Death Becomes Her (La Morte ti fa bella, come il titolo di uno spiritoso film degli anni Novanta con Meryl Streep e Goldie Hawn) è il curioso titolo della mostra allestita nel padiglione ‘Anna Wintour’ al Metropolitan Museum di New York, per celebrare l’evoluzione dell’abito funerario dal 1815 al 1915, nonche’ il modo di vivere il lutto da parte della donna.
Trenta abiti, molti dei quali esposti per la prima volta, che mostrano quanto i canoni
dell’alta moda abbiano influito sulle esigenze sartoriali durante il periodo di lutto.
Perché vestirsi a lutto, non doveva necessariamente equivalere a vestirsi in maniera
sciatta o fuori moda. Infatti molti disegni e cartamodelli mostrano con evidenza che le uniche sostanziali differenze tra gli abiti “alla moda” e gli abiti adibiti al lutto sono il colore (nero, ovviamente, in caso di lutto stretto, ma con varie sfumature di grigio,
marrone, malva all’allontanarsi o del grado di parentela con l’estinto o della data della dipartita) e il materiale: al posto del raso o della seta lucenti, Il cosiddetto ‘crespo’ da lutto utilizzato era una seta tipo ‘cartonata’ che spogliava il materiale della sua lucentezza e lo rendeva piu’ opaco e più modesto, consono alla particolare situazione.
Tra i pezzi esposti, anche gli abiti a lutto indossati dalla Regina Vittoria e dalla Regina Alessandra di Danimarca (sua nuora). Vittoria soffrì moltissimo per la morte dell’adorato principe consorte Alberto e decise di vestire sempre a lutto (lo fece per ben quarant’anni). Questa scelta personale, trattandosi però di una regina, non poteva non influenzare l’opinione pubblica e la moda. Ad alcune però portare il lutto pesava moltissimo…vi ricordate la scena di Via col Vento in cui un’annoiata Rossella O’Hara scalpita per ballare e indossare cappellini nonostante il lutto per il primo marito?
Ecco il link al sito ufficiale della mostra, da cui è tratta l’immagine di copertina:
http://www.metmuseum.org/exhibitions/listings/2014/death-becomes-her