Alzira è un’opera di Giuseppe Verdi in un prologo e due atti su libretto di Salvadore Cammarano, commissionatagli dall’impresario Vincenzo Flauto, gestore del Teatro San Carlo di Napoli, dove il 12 agosto 1845 ebbe luogo la prima rappresentazione.
La frase “Quella è proprio brutta!” fu pronunciata dallo stesso Verdi che, messo sotto pressione dagli impresari del San Carlo, resosi conto della troppa fiducia affidata a Cammarano nella stesura del libretto (era totalmente inadeguato, soprattutto per la presenza di tre arie collocate di fila, una dopo l’altra, ma anche perchè non ricordava neanche lontanamente l’oera a cui era ispirato, ovvero il dramma di Voltaire, “Alzire ou les Americains”, in cui dominante era il concetto filosofico -antropologico del “buon selvaggio”), completò frettolosamente l’opera, che non piacque particolarmente al pubblico.
L’opera è ambientata nel Perù del XVI secolo, all’epoca della dominazione spagnola e delle sanguinose conquiste a discapito delle tribù indigene. Zamoro è il capo di una di queste tribù di Peruviani che si oppone all’oppressione spagnola, ed è invaghito della bella Alzira. Durante uno degli scontri Zamoro viene creduto morto, e i Peruviani catturano l’anziano governatore spagnolo Alvaro per vendicarsi, ma Zamoro lo libera. Anche Alzira e il padre vengono fatti prigionieri e il figlio di Alvaro, Gusmano, stipula una pace con le tribù chiedendo in cambio la mano di Alzira. La ragazza è fedele al suo amore, Zamoro, che riesce a liberarsi e ad incontrarla, rassicurandola del fatto che fosse ancora vivo. Durante i combattimenti Zamoro viene di nuovo catturato e stavolta condannato a morte. Alzira promette a Gusmano di concedersi a lui se libererà l’amato. Zamoro però riesce a fuggire, travestendosi da soldato spagnolo; venuto a conoscenza dei preparativi per le nozze tra Gusmano e Alzira, ritorna al palazzo e riesce a pugnalare mortalmente l’odiato rivale.
I costumi fotografati da Fashiontheater sono di Luciano Damiani, per l’allestimento del 1990 (come rivelano questi fuseaux) del Teatro Regio di Parma: