Eccoci di nuovo a Parma, stamattina incontreremo Francesca, della sartoria, che dovrebbe aver già portato dal magazzino tutti gli abiti da fotografare.
Inizialmente avevano scelto Alcesti di Gluck come opera adatta al nostro archivio, poi hanno optato per una versione di Alzira di Verdi del 1990.
Ci spostiamo nella parte segreta del teatro, questo è sempre il lato più emozionante delle nostre avventure, entriamo nei camerini e qui piazziamo il set.
Il costumista, Luciano Damiani, ha optato per una dicotomia netta tra mondo di Alzira (natura incontaminata, rispetto per gli equilibri tra uomo e ambiente) e mondo “civilizzato” degli spagnoli, evidente anche nella contrapposizione dei colori: verde, oro, marrone e arancio per gli Incas? E rosso cupo, nero e viola per i conquistadores.
Vestiamo Jean Claude e gli mettiamo uno strano copricapo con piume (non senza qualche pensiero disperato al momento in cui dovremo scontornare le foto con Photoshop piuma per piuma..) ed è davvero altero.
Ma fa la sua figura anche in versione Alvaro, condottiero spagnolo con corazza ed elmo.
Violetta, con i monili in ottone cesellato che ricorda l’oro, i tessuti preziosi della versione nuziale del costume di Alzira, non è da meno..
La giornata passa in fretta, mancano alcuni costumi che al momento sono in mostra qui a Parma, un caffè nella sartoria panoramica (con vetrata vista lungo-Parma, il fiume omonimo alla città) e poi ci avviamo verso casa.