Una sorpresa nel cuore di Bologna: un tuffo nel Settecento con il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini.
Ho studiato a Bologna, ma l’ho vissuta poco, perché lavoravo e andavo all’università solo quando necessario, da pendolare. Ho lavorato e lavoro tutt’ora nell’accoglienza turistica in Emilia Romagna, ma questo museo, mea culpa, me lo ero proprio perso.
Poi un giorno, potere di internet, in base ai miei interessi, Facebook mi ha proposto questa mostra: “Le plaisir du vivre. Arte e moda del Settecento veneziano dalla Fondazione Musei Civici di Venezia”.
E così un mattino in odor di lockdown, senza pensarci troppo, ho preso un treno per la sempre bella Bologna. Il Museo si trova in Strada Maggiore e varcando il portone si entra letteralmente in un’altra epoca.
Il fondatore del museo, Francesco Malaguzzi Valeri, decise di riallestire la quadreria e la collezione d’arti applicate in un percorso che riproducesse un appartamento arredato del Settecento bolognese. Era il 1920 e la mostra di cui vi parlerò è stata voluta proprio per celebrare il centenario del museo.
Nella prima sala ci sono numerosi ferri battuti, bronzi ornamentali, strumenti da fabbro, che fanno parte della collezione degli oggetti “industriali”. Qui si trovano anche i primi due abiti, uno rosa da uomo e uno da a righe da donna.
Gli abiti e gli oggetti della mostra (cappelliere, scarpine da ballo, ventagli ricamati), provengono dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e sono esposti secondo la stessa filosofia dell’esposizione permanente, ovvero l’idea di rievocare il «fastoso Settecento», con il suo corredo di ricchi mobili, ori, oggetti legati alle abitudini di vita di cavalieri e dame affaccendati nei rituali della mondanità.
All’interno del museo ci sono collezioni di porcellane, mobili rococò, consoles, cornici, un’incredibile “palazzina delle bambole” e una meravigliosa carrozza, tutto settecentesco e gli abiti dialogano in maniera perfetta con l’ambientazione.
Nella sala della carrozza, ad esempio, c’è un manichino in livrea; nella quadreria un abito da giorno (sopravveste) dai dettagli preziosi. L’opulenza del Settecento veneziano deriva anche dal tentativo di mantenere il primato di eleganza e di produzione di stoffe pregiate conteso con la Francia. Lo stile veneziano però non era più all’avanguardia e le dame dell’alta borghesia e nobiltà sfidavano le leggi suntuarie e l’amor patrio per avere, anche di contrabbando, le stoffe di Lione.
La mostra è ovviamente in pausa, ma è programmata fino al 21 settembre.
Qui trovate le info e gli orari di apertura:
http://www.museibologna.it/arteantica/eventi/51895/date/2021-02-25/id/103553
Segnalo inoltre che sulla pagina Facebook dei Musei Civici potete trovare degli interessanti video di approfondimento, molto divertente quello sulla vestizione delle dame!